Abel G.M.

Lotta tra due gladiatrici
Foto: Pubblico dominio

Pur essendo una minoranza, nell’antica Roma esistevano donne gladiatrici, almeno in epoca imperiale. I combattimenti dei gladiatori erano uno degli spettacoli più apprezzati dai romani e l’organizzazione dei giochi dava molto prestigio, per questo alcuni vollero introdurre delle novità, come la presenza di donne combattenti. Tuttavia non tutti i romani ne furono contenti.

Secondo la mentalità romana una donna combattente era qualcosa di poco dignitoso e perfino osceno. Autori e nobili ridicolizzavano o criticavano i combattimenti delle gladiatrici, poiché ritenevano che andassero contro la dignità di uno spettacolo che, secondo loro, esaltava le qualità virili. L’arte gladiatoria nell’antica Roma era infatti molto più di uno spettacolo cruento.

Inoltre, come gli uomini, le gladiatrici combattevano con pochi abiti addosso, quindi nel loro caso lo spettacolo aveva uno spiccato carattere erotico, poiché la morale romana era molto pudica riguardo al modo di vestire. Che una donna si mostrasse in pubblico in quel modo, anche se schiava o straniera (cioè senza alcuna dignità nella scala sociale), era visto come qualcosa di estremamente sfacciato.

Non sappiamo per quanto tempo si siano svolti i combattimenti tra gladiatrici, probabilmente non erano comuni e avvenivano soprattutto nella sfera privata. Nell’anno 200 d.C. furono banditi dall’imperatore Settimio Severo a causa delle pressioni dell’aristocrazia che pensava che questi spettacoli corrompessero la morale romana.