Abel G.M.

Mussolini inaugura Cinecittà
Foto: Pubblico dominio

Nel 1937 Benito Mussolini inaugurò in pompa magna gli studi di Cinecittà, che per decenni regaleranno all’Italia e al mondo grandi storie. Gli studi cinematografici furono un’iniziativa personale del leader fascista, che cercò di rilanciare l’economia italiana attraverso il cinema.

Nei difficili anni del dopoguerra il cinema rappresentava il passatempo più diffuso tra la gente, un modo per sfuggire ai problemi e alla monotonia della vita quotidiana, oltre ad essere alla portata di quasi tutti. La maggior parte dei film degli anni venti venivano dagli Stati Uniti e riflettevano la promessa del sogno americano, in contrasto con le difficoltà che stava attraversando l’Italia. Per questo motivo Mussolini ritenne opportuno creare una potente industria cinematografica nazionale che potesse anche contribuire a rivitalizzare l’economia italiana e ad attrarre capitali stranieri.

Il dittatore italiano non intendeva utilizzare il cinema come una massiccia arma di propaganda, come avevano fatto altri regimi fascisti. Di sicuro c’era interesse nel voler mostrare l’Italia come un Paese amico, sfruttando l’attrazione romantica che aveva nei confronti degli europei benestanti, ma l’interesse era soprattutto economico: voleva fare di Roma la Hollywood europea e trarne profitto economico, sia attraverso l’esportazione di film italiani, sia con l’utilizzo degli studios da parte di produttori stranieri. E questo gli riuscì, dato che ancora oggi sono i più grandi studi cinematografici d’Europa.