di Simone Alliva – 26 marzo 2024

Il crollo di un ponte a Baltimora, il lancio di missili russi sull’Ucraina e l’ambasciatore che non risponde alla convocazione in Polonia, la minaccia terrorismo in Italia, la riduzione della cauzione per Trump, Emiliano torna sulle sue parole sulla famiglia del boss. I fatti da conoscere

Missili ipersonici russi sull’Ucraina, allerta Nato
La Russia intensifica i raid sull’Ucraina, in numero e potenza, con 190 missili, 140 droni e 700 bombe aeree in una settimana e fino a lanciare missili ipersonici nel pieno centro di Kiev. Due Zircon sono stati diretti in mattinata dalla Crimea occupata contro la capitale, secondo la rivista Defense Expresse: abbattuti dalla difesa aerea, i detriti sono caduti in diverse zone della città, ferendo almeno 10 persone nel centralissimo quartiere di Pechersk che, a ridosso del fiume Dnipro, ospita anche il conteso Monastero delle Grotte. Sciami di droni sono invece stati lanciati a più riprese nelle regioni di Mykolaiv e Odessa.

Attacchi, questi ultimi, che sfiorano le frontiere occidentali dell’Ucraina rischiando di sconfinare di nuovo verso il territorio Nato: come il missile da crociera russo che domenica ha violato lo spazio aereo della Polonia per 39 secondi, facendo preoccupare – e infuriare – Varsavia e innalzando l’allerta della stessa Nato. «Abbiamo rafforzato in modo significativo la nostra posizione sul fianco orientale, anche con jet alleati per proteggere i cieli polacchi», hanno fatto sapere fonti dell’Alleanza. Convocato dal ministero degli Esteri polacco per chiedere spiegazioni, l’ambasciatore russo Serghei Andreyev ha però ignorato “l’invito” delle autorità del Paese ospite e “non si è presentato”. Uno schiaffo diplomatico, o peggio, un avvertimento di Mosca che ha deciso di non ascoltare le rimostranze della Nato, soffiando sul fuoco di un equilibrio sempre più precario sull’orlo di una guerra diretta. 

Vladimir Putin: «Attacco è di matrice islamica ma chiarire ruolo Kiev»
«L’attacco terroristico al Crocus City Hall di Mosca è stato compiuto da islamisti radicali ma bisogna capire chi è il mandante». Torna a parlare dell’attentato di venerdì nella capitale russa il presidente Vladimir Putin e lo fa con il dito puntato a Kiev e all’Occidente. «Sappiamo per mano di chi è stata commessa questa atrocità contro la Russia e il suo popolo. Siamo interessati a chi sia il mandante», ha spiegato. A tal proposito il leader del Cremlino ha detto che occorre capire per quale motivo i terroristi «hanno cercato di andare in Ucraina dopo aver commesso il crimine – e – chi li aspettava lì». Secondo Putin chi ha pianificato l’attacco «voleva seminare panico e disordine nella società – ma – hanno incontrato l’unità e la determinazione a resistere».

Non solo, gli Usa «attraverso diversi canali» stanno cercando di «convincere tutti» che «non c’è traccia di Kiev» dietro all’attentato terroristico di Mosca e che «si tratta dell’Isis», ha rimarcato Putin. La Casa Bianca torna a ribadire che l’Isis è «l’unica responsabile» dell’attacco e che questo non ha «nessuna connessione con l’Ucraina», il resto è «propaganda del Cremlino». Intanto, le vittime dell’attentato sono salite a 139, mentre altre tre persone sono state arrestate con l’accusa di aver partecipato all’attacco terroristico, portando a sette il numero totale degli arrestati. «Durante l’interrogatorio e in tribunale hanno ammesso la loro colpevolezza e hanno fornito testimonianze dettagliate sulle circostanze del crimine, sui mandanti e sulle persone che hanno collaborato alla preparazione dell’attacco terroristico», ha riferito Putin. Hanno fatto il giro del mondo le immagini di come si sono presentati in tribunale, con i segni evidenti di torture e maltrattamenti. Il portavoce del Cremlino ha preferito non rispondere all’accusa di torture nei loro confronti. Si è spinto più in là l’ex presidente russo e attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza nazionale Dmitry Medvedev, secondo cui andrebbero uccisi tutti.

Matteo Piantedosi: «Minaccia seria. Misure di sicurezza a Pasqua»
«Questo tipo di minaccia è molto seria e insidiosa e va tenuta sotto attenzione, ma tutte le nostre forze di polizia e i sistemi di intelligenze posso affermare che sono un punto di eccellenza nel mondo. Abbiamo sicuramente personale a sufficienza: operatori per quantità e qualità adeguati». Così il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ieri sera a Tg2 Post riguardo alla minaccia terroristica e coloro che si radicalizzano e addestrano sul web. «Noi siamo molti attenti a questo fenomeno dello spontaneismo, della radicalizzazione, dell’estremismo che riguarda il fondamentalismo islamico. Lo teniamo sotto attenzione da tempo. Cerchiamo di intercettare ogni possibile minaccia», ha detto. «All’indomani del 7 ottobre abbiamo individuati numerosi obiettivi sensibili sul territorio nazionale, 250 obiettivi di matrice ebraica- israeliana, migliaia di siti che, in qualche modo, abbiamo posto sotto attenzione per vari motivi. Oggi noi abbiamo dedicato un’attenzione rinnovata in vista delle festività pasquali ai luoghi di grande concentrazioni della persone. Quindi abbiamo predisposto una serie di misure per garantire – spero non ce ne sarà bisogno – un presidio di questi luoghi in maniera più adeguata a quelle che sono le attese dei cittadini».

Usa, crolla il ponte di Baltimora
Almeno una ventina di persone sono cadute in acqua, a Baltimora, travolte dal crollo di un ponte della città americana, caduto in seguito all’impatto di una nave. Sul ponte, il Francis Scott Key, al momento del tracollo, c’era anche un grande autoarticolato e, secondo i vigili del fuoco, si è anche riversato gasolio nel fiume. Il ministro dei trasporti Pete Buttigieg è in contatto con il governatore Wes Moore e con il sindaco di Baltimora, Brandon Scott: «Ho offerto il sostegno del Dipartimento ai Trasporti», ha detto Buttigieg su X invitando gli automobilisti a seguire le indicazioni delle autorità locali. «Sappiamo che ci sono fino a 20 persone nel fiume Patapsco in questo momento, oltre a diversi veicoli», ha detto alla Cnn il portavoce dei vigili del fuoco della città, Kevin Cartwright. «Una preghiera per le vittime del tragico incidente accaduto al ponte di Baltimora. Nella speranza che i dispersi stiano bene, esprimo a nome del Governo italiano la nostra vicinanza agli Stati Uniti»: ha scritto su X il ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani.

Trump, ridotta a 175 milioni la cauzione per frode immobiliare
La Corte d’appello di New York ha accettato di tagliare l’importo della cauzione che Donald Trump dovrà pagare per fare appello al verdetto che lo condanna per frode immobiliare. Il pagamento della cauzione, pari a 454 milioni di dollari più gli interessi, un totale di circa 545 milioni, è stato ridotto a 175 milioni, dopo che il magnate ha detto che avrebbe dovuto vendere le sue proprietà in perdita per raccogliere i fondi necessari. All’ex presidente americano sono stati concessi 10 giorni per pagare la cauzione ridotta. La scorsa settimana gli avvocati del magnate avevano detto che sarebbe stato impossibile ottemperare alla cifra richiesta, poiché oltre 30 compagnie assicurative si erano rifiutate di garantire l’entità della cauzione.

Prima di recarsi in tribunale, Trump dalla piattaforma Truth Social ha lanciato un attacco sia contro il procuratore distrettuale Alvin Bragg – che sta seguendo il caso dei fondi neri all’ex pornostar Stormy Daniels – sia contro il giudice Engoron che lo ha condannato a pagare per le frodi immobiliari commesse dalla Trump Organization, definendoli entrambi “corrotti”. L’ex inquilino della Casa Bianca è tornato a dire che i «casi sono truccati e coordinati dalla Casa Bianca e dal Dipartimento di Giustizia per interferire nelle prossime elezioni». Intanto è stato fissato per il 15 aprile, l’inizio del processo per le tangenti versate all’ex pornostar Stormy Daniels, da parte di uno dei legali fedelissimi a Trump.

Michele Emiliano: «Su quell’incontro si fa una violenta mistificazione»
«Possiamo discutere intorno all’appropriatezza del verbo, ma non posso concedere legittimità alla violenta mistificazione che si sta facendo di quell’incontro». Lo afferma Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, in un’intervista al Fatto Quotidiano dove spiega le frasi pronunciate su Antonio Decaro e su un suo presunto incontro con una sorella di un boss quando era assessore. «Io vado lì perché conosco anche il colore degli occhi di quella gente in ragione del fatto che fino a qualche mese prima il sottoscritto li faceva arrestare, mica li conduceva a teatro – prosegue -. E vado lì perché una città si amministra anche con azioni di moral suasion. Ho teorizzato la costruzione di una rete antimafia sociale convinto come sono che il codice penale da solo non basta a piegarla».

Emiliano racconta poi: «Dico alla sorella del boss di capire e far capire che le misure che stava attuando l’assessore erano anzitutto provvedimenti a tutela della pubblica incolumità. E lì c’erano figli piccoli. Come sindaco mi facevo carico delle azioni del mio assessore e della responsabilità politica di coinvolgere chi è ai margini, farlo venire dentro al circuito civile». «Posso valutare di non aver considerato la capacità manipolativa di questa coalizione – conclude – . La prossima volta avverto: sto per dire qualcosa che potrebbe essere usata contro di me». 

Contestarono la direzione di Beatrice Venezi, sospesi 3 musicisti
Due sospesi dal lavoro e privati dello stipendio per 7 giorni, una per un giorno: è il provvedimento adottato dal sovrintendente della Fondazione orchestra sinfonica siciliana, Andrea Peria, per tre orchestrali che avevano criticato la direzione di un doppio concerto che lo scorso gennaio, a Palermo, aveva visto sul podio Beatrice Venezi. I tre, in caso di altre critiche, incorrerebbero in ulteriori e più pesanti provvedimenti disciplinari, spiega Peria.

Secondo quanto prevede il contratto, la sospensione massima non può superare i dieci giorni e la decisione può essere appellata all’Ufficio provinciale del lavoro o al tribunale ordinario. I tre avevano sostenuto, in sostanza, che Venezi, consulente musicale del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e direttrice artistica di TaoArte, aveva finito per complicare il lavoro dell’orchestra: «Sarebbe stato più facile suonare senza di lei. I suoi gesti non erano coerenti con l’esecuzione musicale», spiegò il flautista Claudio Sardisco, ora sottoposto insieme al collega Luciano Saladino al provvedimento più pesante. Le dichiarazioni furono stigmatizzate dalla Foss, che sottolineò come le prime parti dell’Orchestra avessero preso le distanze dalle affermazioni dei colleghi. E a sostegno di Venezi intervennero anche i sindacati, spiegando che la procedura affida alle prime parti, dopo aver parlato con tutta l’orchestra, l’eventuale diritto di protestare il direttore.

Qualche giorno dopo l’accaduto, Venezi disse in un’intervista che «le polemiche mi hanno sempre accompagnato. Certo, nell’ultimo anno sono diventata, mio malgrado, particolarmente esposta, ma sono ampiamente formata e vaccinata. Nel caso specifico si tratta di tre persone su 85. E le pecore nere si trovano in tutte le orchestre. La critica in sé può essere anche legittima ma ci sono stati toni che mal celano un’acredine da parte di queste persone e che nascondono misoginia, ma anche ragioni politiche: basta vedere le aree a cui appartengono».

Intanto, i senatori M5S Luca Pirondini e Dolores Bevilacqua attaccano la decisione della Foss: «Se sei amica personale di Giorgia Meloni o del suo alfiere minore Gennaro Sangiuliano non puoi essere contestato. È un provvedimento scandaloso che non può essere accettato e che dimostra la concezione ignobile della cultura che esprime questo governo. Porteremo questo caso all’attenzione del Parlamento con una interrogazione».