Dico sul serio: abbandoniamo ogni speranza, smettiamo di raccogliere soldi per giuste cause, dedichiamoci a noi stessi. Tanto è troppo tardi per tutto.

Cosa dobbiamo salvare per primi? Le api? I delfini? I koala? Le giraffe strabiche? Le tartarughe albine del nord Madagascar in fondo a destra?

A chi donare cinque, otto, millemila per mille? Ricerca sul cancro? Ucraina? Emergency? Save the children? WWF? Caritas? UNICEF? Cgil Cisl Uil? Top gun?

Quale problema ci deve guidare nelle scelte? Inquinamento? Buco nell’ozono? Cambiamenti climatici? Parità di genere? Lotta al razzismo? Femminicidi? Desertificazione? Povertà? Verruche? È troppo, dai.

Non è nascondere la testa sotto la sabbia o negare i problemi: tutt’altro. È proprio riconoscerli e ammettere che abbiamo perso.

Cioè, su, è evidente. Non c’è scampo, è finita. Ma dove vogliamo arrivare con ‘sto cazzo di caldo?

Quanta merda dobbiamo ancora immettere nell’ambiente e rimettercela in corpo sotto forma di cibo inquinato?

Per quanto vogliamo ancora stare in tensione in mezzo a pandemie mutanti, gente che minaccia bombe nucleari, file da Cracco solo per fotografare gli scontrini e lamentarsene su Instagram?

Da oggi ognuno per sé, si salvi chi può, condizionatori a palla, acqua frizzante per gli sciacquoni, quattromila benzina turbo per fare la spesa, monnezza indifferenziata, pacchi Amazon che prendo, apro e rimando indietro perché “non sono più convinto ma servizio Amazon fantastico”, chiamo Glovo pure solo per venire qua a farmi un saluto, voto Briatore. Dice: “e che pianeta lascio ai miei figli?”. Eh, cazzi loro. Ci si doveva pensare prima, dai, tanto sono fregati comunque.

Siamo come il tizio in mezzo al deserto, a mille km da tutto e con una bottiglietta da mezzo litro d’acqua: all’inizio sta ancora là a pensare come razionare, preoccuparsi, smazzarsi di fatica. Dopo due giorni vede che è ancora a 950 km dalla civiltà e finalmente accetta la sua sorte e si spara tutta la bottiglietta.

Uomo Morde Cane